Il mio ultimo Natale.

Il natale era una festa.
Già dai primi di dicembre era un susseguirsi di lucine e alberi.
Mia madre era felice perché finalmente mio padre aveva smesso di comprare l’ albero vero e aveva accettato quello finto.
Alto e grosso come se fosse vero, ma il profumo di pino non c’era e a mio padre proprio per questo non andava giù.
L’ultimo Natale era tutto più magico.
Casa era addobbata alla perfezione.
Se fossimo nati in America avremmo fatto concorrenza anche con le luci fuori in giardino.
Io me ne vergognavo tantissimo di tutte quelle luci che mio fratello annualmente metteva sui balconi, mi sembrava una cosa un po’ tamarra. Ma ora darei tutto per rivederle di nuovo.
L’ultimo Natale c’erano un sacco di regali sotto l’albero e durante la preparazione per il cenone mio fratello mise un cd con le canzoni natalizie.
Questi dettagli li vedi sempre dopo, nei ricordi ha reso tutto più magico.
C’era la nonna che come al solito accanto al termosifone si lamentava del freddo.
Mia cugina che si vantava della sua nuova dieta.
Mia sorella che all’ultimo momento mi incartava il regalo.
Era Natale insomma.
C’era calore. Sorrisi. Le canzoni durante la cena. L’attesa della mezzanotte un po’ stanchi dall’abbuffata. I regali. Le prese in giro calcistiche. Le discussioni sulla politica. Gli abbracci veri.
Per poi uscire con gli amici e rientrare a tarda notte e trovare mio padre sul divano addormentato, e le luci dell’albero e del presepe a rendere magico anche quel momento lì.
Era bello, era bellissimo.
Era Natale.

Quello è stato il mio ultimo Natale.
Da sei anni non ci sono più lucine, più regali, nessuna canzone natalizia, nessuna discussione sull’albero finto, nessun mio imbarazzo per le luci fuori casa.
Nessuna attesa per la mezzanotte. Nessun litigio su come addobbare l’albero. Nessun regalo.
Sei anni fa tutto si è bloccato.
È finito tutto.
E il Natale è la festa che ti fa capire cosa più ti manca, chi non c’è più e perché non c’è più.

Sei anni fa è stato il mio ultimo Natale.